Diego Vergani - MD PhD FRCPath FRCP FAASLD, Emeritus Professor of Liver Immunopathology, King’s College London Faculty of Life Sciences & Medicine at King’s College Hospital, Institute of Liver Studies and Paediatric Liver, GI and Nutrition Centre, King’s College Hospital, London, UK;
Giorgina Mieli-Vergani - MD PhD FRCPath FRCP FAASLD, King’s College London Faculty of Life Sciences & Medicine at King’s College Hospital, Institute of Liver Studies and Paediatric Liver, GI and Nutrition Centre, King’s College Hospital, London, UK

From book "Lo Zibaldone del terzo millennio" (Salvatore Vendemmia, Maria Vendemmia), Cuzzolin Ed., 2020

L’epatite autoimmune (EAI) è una malattia infiammatoria del fegato caratterizzata istologicalmente da un denso infiltrato mononucleare negli spazi portali che invade il parenchima circostante causando la necrosi degli epatociti (epatite ad interfaccia), biochimicamente da un aumento dei livelli di transaminasi e sierologicamente dalla presenza di autoanticorpi circolanti ed alti livelli di immunglobuline G (IgG). EAI si può presentare acutamente o insidiosamente e risponde generalmente molto bene ad un trattamento immunosppressivo a base di cortisone, che va instaurato al più presto per evitare la progressione del danno epatico. Un tempo considerata molto rara, l’EAI viene diagnosticata più frequentemente al giorno d’oggi sia per una maggiore consapevolezza della sua esistenza, sia per un reale aumento della sua prevalenza in parallelo ad una diminuzione dell’epatopatie croniche dovute a virus.

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